La piazza principale di Quito, plaza grande
Sempre la piazza principale
In plaza grande, un po' di colore
Una bella foto di Sara di una bimba a tracolla della mamma
Il lustrascarpe, in Sudamerica ancora un lavoro comune
Vediamo tutta la città, con attenzione particolare alla “via delle sette croci”, dove ci sono appunto sette chiese. Una di queste, consigliata anche su Tripadvisor, è la “Iglesia della Compania” ovvero la Chiesa dei Gesuiti! Entriamo (a pagamento, 4 dollari: ah si, non l’abbiamo detto, qui ci sono i dollari americani!) e rimaniamo stupiti dalla dorosità di ogni cosa che incontri il nostro sguardo: d’oro i muri interni, il soffitto, le volte, i colonnati… Fa sempre un po’ strano entrare in una Chiesa dove si mostri così tanta sfarzosità. C’è anche un piccolo museo di un paio di stanze dove spiegano anche la storia della Ricostituzione della Compagnia (che nel 2015 festeggiava i suoi 200 anni).
Particolare della Chiesa della Compania. Foto mimetica
Il soffitto e l'organo della Chiesa della Compania
Il messaggio che mi sono sentito di lasciare,
a firma presidenza degli Ex-Alunni Leone XIII,
nella Chiesa della Compania:
Il Signore conservi sempre, in gloria e amore,
la Compagnia di Gesù, i suoi sarcedoti e i suoi alumni.
Sempre Ad Maiorem Dei Gloriam.
Il tour ci porta anche su una collina (a 3.000 metri) da cui si vede tutta la stranezza geografica di Quito, una capitale costruita ondulante sul suo territorio! Pranziamo e poi torniamo in albergo verso le 16 dove Sara cerca invano di far dormire Paolo e smaltire un po’ di febbre.
Una delle colline di Quito dalla via delle Sette Croci
Dalla collina, la visione della città in cui spicca la Cattedrale,
che per la cronaca è la più alta del Sudamerica (dicunt)
A tremila metri, sulla collina,
la statua della Madonna Alata
In sintesi
La cattedrale, vista di lato
Un groviglio di cavi che neanche in Telecom
Intanto la città si riempie di pupazzetti, che sarà di buon auspicio bruciare alla mezzanotte, e di uomini vestiti da donna – in realtà da vedova – che ricordano l’anno che è appena passato. Questa fiumana di persone e questa manifestazione si concludono in realtà già verso le 19.30 e ce ne accorgiamo quando, dopo una breve cena sempre in zona, rientriamo in albergo: non c’è più in giro nessuno! Buon anno a tutti! Noi alle 20 siamo già cotti! Andiamo a letto aspettando la simpatica sveglia delle 3.15 del giorno dopo poiché alle 4 ci passeranno a prendere. “Verrà il signor Ivano, non nessun altro, Ivano, Ivano, chiaro?”, questo il monito dell’autista!
A capodanno in Ecuador si bruciano fantocci,
rappresentanti l'anno passato