Una distinzione è necessaria e chiarificatrice fin da subito: le persone sono persone, le cose sono cose. Quando dici ad una persona "sei la cosa più bella che mi sia mai capitata", probabilmente sbagli. Persone persone, cose cose. Non esiste collimazione nè dubbio.
Oggi 8 marzo 2016 ho firmato la vendita definitiva della mia Honda Transalp al concessionario presso cui prendiamo lo scooter nuovo di Sara.
Transalp. Anno di nascita 2004, 650 centimetri cubici. Acquistata da me a settembre 2009, dopo che la Honda CB500S che l'aveva preceduta mi aveva stremato in un viaggio a due, con Sara, in Corsica. Stremato e segnato, lasciandomi un ernia e la voglia di cambiare moto: non ero (e non sono) capace di guidare una moto come lei: bassa, piccola, aggressiva, da gente "capace"!
Così l'ho trovata, la mia Transalp. A prima vista, dal meccanico di via Savona, ho sentito che doveva essere mia.
Il ricordo più bello di questi anni è il giro, descritto qui nel blog, da Folgarida, a Innsbruck, al Lichtenstein. La strada più bella quella che dalla Svizzera mi riportava in Italia, dopo St. Moritz. Mozzava il fiato, quanto era bello. Mi sembrava perfino di saper guidare una moto! Io, dritto, da turismo, con la Transalp che ondeggia tra le curve carezzandole e danzando come un pendolo.
Mai un problema, fino al 5 novembre 2015. Ogni volta che percorro, da Corso Vercelli, l'incrocio Pagano-Rasori, vado con la mente a quel mattino. La macchina in direzione contraria che entra in Rasori, quella dietro che insensatamente fa lo stesso. Mi spavento, prevedo l'urto, inchiodo, cado. Ambulanza. Appena a terra mi guardo le ginocchia, tremano ma non sono rotte. Mi guardo le mani da pianista: sono salve.
Intravedo la Transalp. Poi dall'ambulanza non potrò più vedere nulla, neanche chi, nel torto comprovato poi dai vigili e dall'assicurazione, aveva con la sua erronea mossa bloccato il mio breve percorso mattutino. Cara grazia che mi sono fermato, lasciando la sola Transalp roteare e finire contro la macchina. Poi arriverà il preventivo. Il mio: 21 giorni di prognosi, un trauma cranico, una costola rotta, segni piccoli, guaribili, ma indelebili, sulla mia gamba destra. Quello della Transalp: 4.500 €. Impraticabile, per una moto che forse nuova ne valeva 6.000.
Un amico anni fa mi ha ricordato che non bisogna affezionarsi alle cose, e credo avesse e tutt'ora abbia ragione. Non ve n'è senso, sono "cose"! Una moto poderosa come la Transalp, a Milano, la incontri ogni volta che esci per strada, e forse un'usata la si trova anche facilmente, ancora oggi. Le cose si sostituiscono, si ricomprano.
Ma proprio perché sono cose, mi permetto di dirlo: Transalp è stata la cosa più bella che abbia mai avuto.
La più uguale a me tra tutte le due ruote che ho guidato. Dal Fantic 50, alla Vespa 1967 di mia madre, all'Honda SXR 50 vinto alla lotteria del calcio al Leone, all'Honda XL350, all'Honda CB500S.
La Transalp è stata il mio sogno, la moto che da sempre avevo creduto facesse per me, e averla avuta, e aver avuto ragione!, è stato eccezionale.