Ebbene sì, amici, abbiamo fatto l'ultima notte in campeggio. Grazie all'ingegnosa Sara la tenda diventa perfettamente isolata dal mondo, tappando anche il buco/presa d'aria vicino ai piedi. La temperatura quindi rimane più alta, ed anche la Dacia Duster parcheggiata di lato tiene botta contro il vento. A parte la carenza di ossigeno la mattina, tutto ok e pronti a ripartire.
Oggi prevediamo tutto il giro del fiordo a nord di Akureyri, per giungere dall'altra parte. Uno stop di refill al supermercato, qualche corona di gasolio e partiamo.
Ci fermiamo ad una cittadina per strada, di nome Siglufjördur e facciamo due passi e ci prendiamo un caffè.
Ta-dah, al momento di pagare guardo il mio portafogli e, stupore!, la PostePay gialla non c'è più. "Oh rabbia!" direbbe Winnie dei Pooh, e io reagisco più o meno nello stesso modo, chi mi conosce lo sa.
Ho un rapido flash-back, donatomi dal primo caffè degno di tale nome, e colgo l'arcano e l'argatto: la tessera è rimasta ar benzinaro di cui sopra. L'ho infilata e non l'ho più ripresa.
Respiro profondamente, inspiro ed espiro spettinando due bimbi biondissimi di 6 anni e 1 metro e 85. Ripartiamo, rifaremo la strada e torneremo ad Akureyri! Sara mi compatisce ed ogni tanto mi accarezza la testa.
Ora, il paesaggio merita enormemente, ci sono anche tre tunnel da fare - e, molto divertente, uno di essi è monocorsia con degli anfratti per lasciare passare chi ha la precedenza! - e l'alternarsi di laghetti e colline è eccezionale.
Arriviamo al benzinaro (self, come quasi tutti) ma niente tessera; dal pesciaiolo di fianco: nada; dal supermercato: nada, ma suggerimento: andate a vedere alla polizia. Seeeeh come no!
Ma ci proviamo comunque e, per farla breve, ce l'hanno!!! 123Evviva!!!
Grazie, grazie popolo Islandese, ti sono grato, o bravo ragazzo nordico che hai portato la PostePay alla polizia!
A questo punto è ora di pranzo, e che c'è di meglio della HamborgaraFabrikkan, la catena di hamburgher made in Iceland?!? Eh già, loro non hanno Mcdonalds, ci pensano da soli (certo: al prezzo di Fatto Bene o simili...). Io mangio hamburgher d'agnello, e Sara uno di pollo.... che buoni!
Ri-ripartiamo di nuovo, salteremo il giro previsto e andremo diretti alla tappa successiva. Guida Sara e il viaggio sulla ring road ci porta a Glaumbær. È in pratica un insieme di casette, abitate ancora al 1930, completamente fatte di torba, che costituivano l'abitazione della famiglia che viveva lì. È una sorta di museo e ci vengono descritte tutte le diverse stanze, ci colpiscono i letti, che non saranno più di 1 metro e 75: ma come, qui sono tutti delle pertiche!
Molto bello e molto ventoso. Proprio per questo non sono costruite "sopra" la collinetta, ma al suo interno, per proteggersi ancora di più. Il panorama che si osserva da lì fuori è straordinariamente calmo.
Ripartiamo a tutto gas verso Svinavatn. È una tappa intermedia, è in pratica una sola casetta, con chiesina annessa, sulle sponde del lago omonimo. Un letto e non più una tenda! Uno splendore solitario, e a fargli compagnia, il sole! Che ancora alle 22.30, mentre scrivo, è ancora fuori ad illuminare!
Il che ci porta alla scoperta di oggi: anche in Islanda esistono le ombre, oggi è il primo giorno che le abbiamo viste! Quanti, per strada, si guardavano i piedi dicendo: "Ehi, qualcuno ci segue! Ah no, l'è l'ombra deh..."