Sveglia un pó più tardi per la nottata non semplice, decidiamo quindi di non fermarci due notti come da programma.
Prenotiamo allora il Whale watching per le 13.30! Impacchettiamo tutto, piccolo refill al supermercato e via verso Husavik! 





Ci attende una barca da pesca tipica con tutone e cerata di due taglie più grandi del necessario. Sara sembra un adorabile pinguino! Facciamo un viaggio lungo verso l'altro versante del fiordo. Ad un certo punto si sente "Balenaaaa!", ma è l'epiteto maleducato verso una signora. Ciò scatena una rissa di cui non vi fornisco dettagli. All'arrivo sull'altro fiordo, spuntano le balene! Ne avvistiamo alcune vicinissime e altre all'orizzonte con i loro spruzzi. Una, dicono, era una megattera! Bellissima, grande e con quel comignolo tutto strano sulla schiena, e la coda che sembra una farfalla che si immerge in acqua. Alla seconda volta che questa nuova amica ci passa accanto, parte l'applauso! Il ritorno è un'oretta circa e ne approfittiamo per un pisolino cullati dalla barca. Arriviamo verso le 17 e decidiamo di pranzare smezzandoci una pizza del luogo, come potete immaginare di altissima somiglianza a quella napoletana.






La tappa successiva è la cascata di Godafoss, che è sulla strada. Bellissima, si situa in un altipiano ed è carica di storia: in sintesi deve il suo nome alla decisione di scegliere, per l'Islanda dell'anno mille circa, la religione cristiana; e gettarci dentro, per liberarsene, i simulacri pagani. Molto bella e, attenzione, con anche un filino di sole! Caspita, ancora tu! Ma non dovevamo vederci di più?!?
La strada poi ci porta a Akureyri, seconda città dell'Islanda, ed in effetti, pur con soli 18 mila abitanti, è una realtà strutturata a cittadina, tanti locali, perfino si vede un taxi, e tante auto. Scegliamo il nostro campeggio Hamrar, subito fuori città, e stendiamo ormai in 4 minuti la tenda. Scendiamo in città a cenare e, mentre Sara prova un fish&chips, io faccio una cosa vietata in tutta Europa, tranne che qui, ovvero assaggio la balena. Per salvaguardare i lettori vegani, dirò solo che era succulenta e saporita e forte e gustosa!






Visto che dopo questo piatto abbiamo il Wi-Fi, vi auguriamo la buonanotte dal risorta te, e andiamo in discoteca! A ballare!


Paolo Arosio

28/7 dal Myvatn a Akureyri


Sveglia un pó più tardi per la nottata non semplice, decidiamo quindi di non fermarci due notti come da programma.
Prenotiamo allora il Whale watching per le 13.30! Impacchettiamo tutto, piccolo refill al supermercato e via verso Husavik! 





Ci attende una barca da pesca tipica con tutone e cerata di due taglie più grandi del necessario. Sara sembra un adorabile pinguino! Facciamo un viaggio lungo verso l'altro versante del fiordo. Ad un certo punto si sente "Balenaaaa!", ma è l'epiteto maleducato verso una signora. Ciò scatena una rissa di cui non vi fornisco dettagli. All'arrivo sull'altro fiordo, spuntano le balene! Ne avvistiamo alcune vicinissime e altre all'orizzonte con i loro spruzzi. Una, dicono, era una megattera! Bellissima, grande e con quel comignolo tutto strano sulla schiena, e la coda che sembra una farfalla che si immerge in acqua. Alla seconda volta che questa nuova amica ci passa accanto, parte l'applauso! Il ritorno è un'oretta circa e ne approfittiamo per un pisolino cullati dalla barca. Arriviamo verso le 17 e decidiamo di pranzare smezzandoci una pizza del luogo, come potete immaginare di altissima somiglianza a quella napoletana.






La tappa successiva è la cascata di Godafoss, che è sulla strada. Bellissima, si situa in un altipiano ed è carica di storia: in sintesi deve il suo nome alla decisione di scegliere, per l'Islanda dell'anno mille circa, la religione cristiana; e gettarci dentro, per liberarsene, i simulacri pagani. Molto bella e, attenzione, con anche un filino di sole! Caspita, ancora tu! Ma non dovevamo vederci di più?!?
La strada poi ci porta a Akureyri, seconda città dell'Islanda, ed in effetti, pur con soli 18 mila abitanti, è una realtà strutturata a cittadina, tanti locali, perfino si vede un taxi, e tante auto. Scegliamo il nostro campeggio Hamrar, subito fuori città, e stendiamo ormai in 4 minuti la tenda. Scendiamo in città a cenare e, mentre Sara prova un fish&chips, io faccio una cosa vietata in tutta Europa, tranne che qui, ovvero assaggio la balena. Per salvaguardare i lettori vegani, dirò solo che era succulenta e saporita e forte e gustosa!






Visto che dopo questo piatto abbiamo il Wi-Fi, vi auguriamo la buonanotte dal risorta te, e andiamo in discoteca! A ballare!


Paolo Arosio