La nostra tavola della cena
Il primo tavolo di buffet
E la griglia!
Il Conte Max visto dall'isolotto
Rangali Madivaru è la nostra immersione delle 7.30 di mattina, e ricompattiamo il nostro gruppo (Carlo, Sara, Paola ed io insieme a Monica). Nonostante una visibilità non eccelsa, riusciamo a vedere qualche squaletto, una splendida tartaruga con cui cerchiamo di fare una foto ma - da vera vip - non gradisce e si sposta, e un enorme pesce napoleone, ma veramente gigantesco, con pescia napoleona al seguito, un pochino più piccola. E poi ovviamente murene e anemoni e tanto altro belissimo! Risaliamo dopo ben 63 minuti di immersione, wow! sul Conte Max. Prendiamo la direzione per seguire gli squali balena, li troveremo?!
La risposta è no: inseguiamo dal doni, insieme ad altri dieci barchini, la "rotta" degli squali balena, avanti e indietro, perché è una zona dove dovrebbero "riposarsi" delle fatiche... ad un certo punto sembrava che ne fosse stato avvistato uno, ma nulla!
Il filmatino di Rangali Madivaru
Decidiamo allora di immergerci a Sunisland Beyru, al largo di questo riff, ma l'immersione è abbastanza priva di visibilità e come tale molto tranquilla, con la risacca che ci coccola avanti e indietro: riusciamo comunque a vedere grossissimi pesci palla, una grossa aragosta e un polpo.
Risaliamo sul doni e sulle note di Despacito e di Sean Paul balliamo sul tettuccio alla facciaccia delle altre barche che incontriamo! Arriviamo al Conte Max verso le 15 e facciamo il nostro pranzo. Alle 16.30 siamo pronti per l'immersione successiva, che è la visita ad un relitto, il Kudima Wreck. Sara e Paola si fermano, non particolarmente interessate, e scendiamo quindi Carlo ed io, ed al nostro gruppo guidato da Monica si aggiunge Marco (quello di Roma). La visita al relitto è abbastanza stancante, e me ne rendo conto perché finisco con poca aria in bombola. Il relitto è un peschereccio giapponese sequestrato dalle autorità maldiviane e poi fatto affondare per creare un riff artificiale, e in fatti è animatissimo e pieno di pesci. Ci sono vari percorsi da affrontare, e subito vediamo, nascosto un'enorme squalo nutrice ferma ad aspettare il nostro passaggio. Aggiriamo il relitto e risaliamo, prima entrando nella stiva e poi risalendo verso il ponte fino ad entrare nella cabina di comando... strettissimo passaggio! E' molto particolare e, appunto, un po' stancante perché i movimenti sono più limitati dagli spazi e chiusi e, comunque, si deve rispettare adeguatamente le varie distanze (dalle cose e dalle persone) e questo ruba un po' di concentrazione.
Risaliamo dopo la sosta di decompressione e la sosta di sicurezza dopo comunque più di 50 minuti di immersione.
Rientrati, ci propongono come attività la pesca al bollentino, e saliamo quindi quasi tutti sul doni. Io ovviamente non riesco a pescare null'altro che la lenza della signora Barbara, Sara pesca ben 1 red snapper, Paola ne pesca 3, di red snapper, e Carlo pesca due red snapper, un enorme dentice ed anche un corallo (morto, per fortuna!). Tra il resto del pescato spicca anche un barracuda preso da Marco (di Roma) mentre Marco (di Bologna) si gode una fantastica stellata sul tetto del doni.
Il nostro doni
Qualche immagine dalla nostra barca, ponte del secondo piano
Ponte del primo piano
Il trio Ridolfi davanti alle proprie bombole
Sara
Le bombole
Mentre andiamo a pescare incontriamo questa barca Magnum
Il viaggio per la pesca
Il risultato della pesca
Domani mattina, sveglia presto per la giornata che si prevede con migliori aspettative di immersione... e quindi, dal tetto della barca Conte Max, sotto una magnifica e ricca stellata, illuminata pesantemente da una luna appena appena calante, dalla baia di Dangheti vi salutiamo!
Il nostro buffet
L'artista di bordo!
Torta di babbo natale!
Questi spiedini di gamberetti erano la fine del mondo!
Mose, Monica e Rachid