La giornata di oggi prevede una gita a Silkeborg, e la nostra guida si chiama Elisa ed è una simpatica gestante, a sole 3 settimane dal parto, di origini tedesche, che ha vissuto sul Garda, studiato a Milano, perfezionata a Londra dove ha conosciuto il marito vichingo (che definisce "rosso, pallido, lentigginoso, intollerante al lattosio e svenevole appena vede un ago") e si è trasferita qui. Molto simpatica e, un po' come la nostra guida di ieri, ci racconta la Danimarca "vista da fuori", il ché è per noi sempre molto utile per calarci nella realtà. Incredibile dictu, riesco a reggere sveglio il tragitto (di andata, quello di ritorno no!), che è di circa un'oretta e attraversa il territorio dello Jutland centrale, molto boschivo anche perché produttore degli alberi di Natale!
Arriviamo a Silkeborg, adorabile cittadina sul fiume/lago Brasso. Da lì ci imbarchiamo su un traghetto (che attraversa Brasso, Borreso e Julso, questi i tre nomi che il lago/fiume assume), che in circa mezz'ora ci porta alla partenza di uno dei "monti" più alti della Danimarca, il Himmelbjerget (ovvero monte del cielo) di ben 147 metri (la massima altura in Danimarca è di 170 metri!). Il percorso sul fiume è molto piacevole, alterna boschi e ettari di verde a piacevolissime villette, tutte con prato perfetto all'inglese e piccolo porticciuolo dove sono ormeggiati piccoli barchini e gommoni. Invece che un automobile, caricata di grandi costi e tasse, i danesi preferiscono muoversi sempre in bicicletta e, per chi sta su un fiume, regalare ai figli un piccolo barchino con cui andare in giro. Il risultato è che si vedono in giro effettivamente poche macchine, utilitarie, centinaia e centinaia di biciclette e, appunto, tanti piccoli barchini e canoe.
La salita per raggiungere la torre di Federico VII (Frederik d. VII's tarn) è abbastanza tranquilla, ci sono anche signore e signori più attempati e quindi il nostro tempo di salita ci vede tra i primi, nonostante i chili di troppo che ci portiamo dietro (parlo dello zainetto, mica della pancia!). E', come spesso accade, il percorso che merita, perché intorno il panorama di campagna si apre piacevolmente e, dalla poderosa altitudine di 147 metri, alla fine non cambia in maniera folle!
Il ritorno in pullman ci vede in nave alle 13.30, decidiamo di mangiare qualcosa e poi di scendere nuovamente ad Aarhus e girarla un po' per conto nostro. La cittadina è molto piacevole ma, nonostante sia appunto capitale Europea della cultura di quest'anno 2017, è ricca di lavori in corso e di cantieri, segno inequivocabile che tutto il mondo è paese e che non siamo solo noi gli unici a "non essere pronti".
La guida ci consiglia un passaggio nella cattedrale, e così facciamo, incontrando una grande struttura interamente bianca all'interno con una grande navata centrale e con tutte le panche rivolte verso il pulpito, essendo una cattedrale protestante, con un bel fonte battesimale con rappresentata la creazione (Adamo, Eva e l'albero), un gran bell'organo subito all'ingresso e un altro organo, moderno, a metà navata verso l'altare, molto interessante. Il bianco è stato dato alla cattedrale nei secoli, al momento della riforma protestante, e lascia trasparire gli affreschi iniziali in parte rifatti e in parte restaurati: è una cosa che abbiamo scoperto molto comune in tante chiese di queste zone, spesso infatti incontrate pienamente bianche.
Uscendo siamo poi andati alla Vor Frue Kirche, una interessante Chiesa circondata da un simpatico prato. Le pareti bianche danno effettivamente grande luminosità alle Chiese che visitiamo, impoverendone ovviamente gli aspetti più artistici e premiando quelli architettonici (dove ce ne fossero). La grande croce centrale, l'iconografia più grande della media ed una cripta (che non riusciamo a cogliere chi ospitasse) caratterizzano questa chiesa: nell'ingresso, un organo moderno con struttura interamente in legno fa bella mostra di sé. Stavamo per uscire ma l'occhio di lince di Sara scopre che in realtà vi è tutto il monastero da visitare, e da una porticina scopriamo il porticato e il giardino interno, con la antica campana ad accoglierci. Sul giardino si affaccia anche una piccola cappellina, molto intima e privata - ma anch'essa col suo bell'organo!
La cittadina di Aarhus è effettivamente molto carina, case colorate si possono vedere in tanti angoli, e con una piccola passeggiata saliamo fino al giardino botanico, dal quale un antico mulino a vento osserva la vista della città vecchia. Scendendo verso la nave incontriamo strutture imponenti ed importanti come il municipio (Radhus) con la sua altissima torre verticale e il cubo ARoS Kunstmuseum.
Al rientro, mentre ci accingiamo a fotografare la nave della regina attraccata nel porto, una simpatica banda di giovanissime ragazze del luogo ci accoglie ed intrattiene fino all'orario di risalita, suonando simpatiche musiche (a partire da "Happy" di Pharrell Williams a Lady Gaga alla famosa "Alé Milan alé, forza lotta vincerai, non ti lasceremo mai").