Lo so che il titolo lascia molto a desiderare... non è propriamente "nuovo", però è la prima associazione mentale che giustamente la Normandia suscita. E' un po' diverso dall'ultimo sbarco di luglio! Ma andiamo con ordine, credo nei prossimi giorni il discorso "sbarco" sarà giustamente evidenziato.

Intanto: perché la Normandia? La realtà è che è una regione che ci ha ispirato, anche dai racconti di chi l'ha già visitata. Le ultime settimane a Milano ci hanno un po' cotto, e non si parla solo di temperature tropicali, e quindi il pensiero di spostarci un po' a Nor-d, dopo la Nor-vegia, è corso alla Nor-mandia. Leggendone poi sull'Internet, sui blog di viaggio e sulla Lonely Planet, l'ispirazione è stata confermata!

Siamo atterrati ieri sera, sabato 12 agosto 2017, alle 22 a Paris Orly e abbiamo recuperato la macchina che, come pari modello della Fiat 500 prenotata, era una Opel Odon. O meglio, così avevo capito io, prima di tradurre "odon" in Adam e scoprire che è una Opel Adam, una macchinina piccolina ma che, alla fine dei conti, ha tutti i confort del caso: bluetooth per ascoltare la musica, cruise control, volante.
Andiamo quindi a dormire a Versailles, la prima tappa che avevamo ponderato di visitare prima di scoprire che i biglietti per oggi erano già esauriti. Rimaneva comunque un buon prezzo e comunque vicino all'aeroporto e quindi vi abbiamo pernottato.
Tutto bene se non ché per arrivare, su una discesa, credo di essere stato flashato da un autovelox (circa a 60 allora con limite di 50)... vedremo! L'albergo Campanile Paris Ouest a Chaville è quello che ci vuole per una notte.
Ci svegliamo la mattina e recuperiamo le colazioni al sacco da consumare, come da abitudini milanesi, rigorosamente in macchina.

Versailles/Chaville (A) - Giverny (B) - Les Andelys (C) - Jumiegés (D) - Rouen (E)

La nostra giornata è alla scoperta dell'arte, ovvero della figura centrale della Normandia che è l'impressionista Claude Monet. La cittadina di Giverny, che credo vanti una decina di anime, è visitata ogni anno da più di 500 mila persone, perché per quasi tutta la vita ha ospitato appunto Monet. Tra le varie attrazioni cittadine, spiccano ovviamente la sua casa e il suo giardino, che già in vita aveva costruito e organizzato. Mentre abbozziamo della cultura base su Monet, vediamo coppie di persone a bordo strada, ferme. Davanti a loro, altre persone, ferme, a coppie. E' la coda per entrare alla casa di Monet, una coda chilometrica che probabilmente aveva anche bloccato la statale. Ci arrendiamo immediatamente ma, mentre facciamo due passi, scopriamo il museo dell'impressionismo dedicato in particolare, in questo periodo, a Henri Manguin: all'ingresso è indicato che si può comprare, insieme, anche il biglietto di accesso alla casa e giardino di Monet.



Al museo degli impressionisti

Ora, chi mi conosce sa che la mia preparazione artistica è dozzinale, confusa e soprattutto radente il suolo. Non avevo mai sentito Manguin, ma devo dire che il museo è ben organizzato, ben spiegato, ed è interessante scoprire questo artista, già famoso in vita, a cavallo tra l'800 e il 900, esponente del fauvismo. Non avevo idea di cosa fosse e quindi agli ignoranti come me consiglio la pagina di wikipedia a riguardo. 
Terminata la visita, per un pertugio poco noto accediamo al giardino di Monet, che è effettivamente molto molto ampio. Non particolarmente organizzato come piante, sono un po' una accanto all'altra e, complice il caldo afoso di quest'estate, sembrano rubarsi la poca acqua a vicenda.







Nel giardino di Monet

Mi rapisce però la casa, di Monet. Non tanto architettonicamente, ma perché rispecchia la casa in cui viveva il grande artista. Sia in camera da letto che nello studio, decine e decine di quadri (suoi, ma anche Renoir, Cezanne) fanno bella mostra di sé, contribuendo a dare questo alone di storia a quei muri e quelle camere, pensando che Monet, un centinaio di anni fa, stava nello stesso luogo a guardare le stesse cose.






La casa di Monet

Sbagliamo poi l'uscita, e ci ritroviamo dall'altra parte della strada, dove il parco in cui Monet trovava ispirazione è stato mantenuto vivo. Il ruscello / rigagnolo che scorre, che specchia le nifee, incrociando i colori, le piante, i fiori, sembra di attraversare un quadro impressionista!



Il giardino di fronte a casa Monet

Pranziamo lì vicino, alla Creperie Le Musardiere (link), un po' fiaccati entrambi da un po' di mal di testa incipiente. Decidiamo di stare leggeri, prendendo una crepe croque "Anglais" (uovo, bacon, formaggio) e una frittata di salmone affumicato, molto molto buona.
Ripartiamo verso la nostra seconda tappa, che è Les Andelys. In questa cittadina Riccardo Cuor di Leone aveva fatto costruire il Castello Gaillard per una vicissitudine politica molto interessante. In trattato di pace coi Francesi, temeva per l'incolumità dei suoi possedimenti in Normandia, e decise quindi di controllare il traffico sulla Senna e dominare la vallata con questo castello. Assediato subito alla morte di Re Riccardo (e la salita di suo fratello Giovanni Senza Terra), parzialmente distrutto, fu salvaguardato solo dalla metà del 1800, ed ora, a parte le imponenti rovine esterne, ospita un museo).





Chateau Gaillard

Prima dell'arrivo a Rouen, Sara propone una gita ad un paese che è comunque in zona, all'abbazia di Jumiéges. Arriviamo che è già quasi chiusura per accedere al museo interno, ma abbiamo modo di intravederne i vasti confini esterni.
La cosa divertente è che per arrivarci il navigatore ci porta sulla Senna... e ci segna di traversarla, ma non c'è un ponte! C'è invece un simpatico macinino porta vetture che fa avanti e indietro sul fiume, gratuitamente, e sposta in meno di dieci minuti le auto da un lato all'altro! Fantastico!


In mezzo al mar... in mezzo al mar...



Jumiegés

Dopo la visita lampo all'abbazia ripartiamo e giungiamo verso le 19 a Rouen, al nostro albergo. L'Hotel de Paris è un po' più piccolo del precedente, ma sembra comunque abbastanza accogliente (da fuori è un pugno nell'occhio), anche se la nostra camera è un po' l'ultima della fila e non sembra particolarmente nuova.

Ci rinfreschiamo le idee e facciamo un giro per la città, l'albergo è comunque in ottima posizione e quindi la macchina può stare ferma. La cattedrale della città è imponente e maestosa, e per le vie del borgo, tra il ribollir dei tini va l'aspro odor dei vini ma senza rallegrare anime, perché in giro non c'è praticamente nessuno. Girando la cittadina alle spalle della cattedrale, troviamo diversi posti che ci attraggono per una piacevole cena, e alla fine andiamo al La Walsheim, una brasserie con tanta gente che sembrava gradire quel che mangiava nei tavolini all'aperto. Sara prende una zuppa di verdure (una salsa di pomodoro in realtà) e io provo agnello e patate, e ne usciamo entrambi con buona soddisfazione.

La cattedrale di Rouen



Rouen

Per tutta l'estate Rouen organizza una cosa veramente singolare: sulla cattedrale vengono infatti proiettati degli spettacoli "Suoni e Luci", e quindi aspettiamo una mezz'ora sul sagrato della cattedrale che inizino. Un vero spettacolo, professionale e di qualità nell'audio, e nella realizzazione. Vengono proiettate due storie: Guillaume le Conquérant (qui il link youtube) e Jeanne (qui il link youtube). Se sul primo un minimo di storia si coglie, il secondo, chiamato come Giovanna D'Arco, non è chiarissimo. La resa di entrambi è però superba, date un occhio ai video (anche se non li abbiamo fatti noi).
Dopo l'esaltante spettacolo, andiamo nella piazza del vecchio mercato, dove fu arsa viva Giovanna D'Arco. La sua storia merita senz'altro un piccolo approfondimento che vi consigliamo di leggere, già anche su wikipedia. Oggi è patrona di Francia.
Già stanchi dopo il primo giorno di viaggio, strisciamo e ci stendiamo sul nostro letto!

13 agosto - Sbarco in Normandia: da Versailles a Rouen

Lo so che il titolo lascia molto a desiderare... non è propriamente "nuovo", però è la prima associazione mentale che giustamente la Normandia suscita. E' un po' diverso dall'ultimo sbarco di luglio! Ma andiamo con ordine, credo nei prossimi giorni il discorso "sbarco" sarà giustamente evidenziato.

Intanto: perché la Normandia? La realtà è che è una regione che ci ha ispirato, anche dai racconti di chi l'ha già visitata. Le ultime settimane a Milano ci hanno un po' cotto, e non si parla solo di temperature tropicali, e quindi il pensiero di spostarci un po' a Nor-d, dopo la Nor-vegia, è corso alla Nor-mandia. Leggendone poi sull'Internet, sui blog di viaggio e sulla Lonely Planet, l'ispirazione è stata confermata!

Siamo atterrati ieri sera, sabato 12 agosto 2017, alle 22 a Paris Orly e abbiamo recuperato la macchina che, come pari modello della Fiat 500 prenotata, era una Opel Odon. O meglio, così avevo capito io, prima di tradurre "odon" in Adam e scoprire che è una Opel Adam, una macchinina piccolina ma che, alla fine dei conti, ha tutti i confort del caso: bluetooth per ascoltare la musica, cruise control, volante.
Andiamo quindi a dormire a Versailles, la prima tappa che avevamo ponderato di visitare prima di scoprire che i biglietti per oggi erano già esauriti. Rimaneva comunque un buon prezzo e comunque vicino all'aeroporto e quindi vi abbiamo pernottato.
Tutto bene se non ché per arrivare, su una discesa, credo di essere stato flashato da un autovelox (circa a 60 allora con limite di 50)... vedremo! L'albergo Campanile Paris Ouest a Chaville è quello che ci vuole per una notte.
Ci svegliamo la mattina e recuperiamo le colazioni al sacco da consumare, come da abitudini milanesi, rigorosamente in macchina.

Versailles/Chaville (A) - Giverny (B) - Les Andelys (C) - Jumiegés (D) - Rouen (E)

La nostra giornata è alla scoperta dell'arte, ovvero della figura centrale della Normandia che è l'impressionista Claude Monet. La cittadina di Giverny, che credo vanti una decina di anime, è visitata ogni anno da più di 500 mila persone, perché per quasi tutta la vita ha ospitato appunto Monet. Tra le varie attrazioni cittadine, spiccano ovviamente la sua casa e il suo giardino, che già in vita aveva costruito e organizzato. Mentre abbozziamo della cultura base su Monet, vediamo coppie di persone a bordo strada, ferme. Davanti a loro, altre persone, ferme, a coppie. E' la coda per entrare alla casa di Monet, una coda chilometrica che probabilmente aveva anche bloccato la statale. Ci arrendiamo immediatamente ma, mentre facciamo due passi, scopriamo il museo dell'impressionismo dedicato in particolare, in questo periodo, a Henri Manguin: all'ingresso è indicato che si può comprare, insieme, anche il biglietto di accesso alla casa e giardino di Monet.



Al museo degli impressionisti

Ora, chi mi conosce sa che la mia preparazione artistica è dozzinale, confusa e soprattutto radente il suolo. Non avevo mai sentito Manguin, ma devo dire che il museo è ben organizzato, ben spiegato, ed è interessante scoprire questo artista, già famoso in vita, a cavallo tra l'800 e il 900, esponente del fauvismo. Non avevo idea di cosa fosse e quindi agli ignoranti come me consiglio la pagina di wikipedia a riguardo. 
Terminata la visita, per un pertugio poco noto accediamo al giardino di Monet, che è effettivamente molto molto ampio. Non particolarmente organizzato come piante, sono un po' una accanto all'altra e, complice il caldo afoso di quest'estate, sembrano rubarsi la poca acqua a vicenda.







Nel giardino di Monet

Mi rapisce però la casa, di Monet. Non tanto architettonicamente, ma perché rispecchia la casa in cui viveva il grande artista. Sia in camera da letto che nello studio, decine e decine di quadri (suoi, ma anche Renoir, Cezanne) fanno bella mostra di sé, contribuendo a dare questo alone di storia a quei muri e quelle camere, pensando che Monet, un centinaio di anni fa, stava nello stesso luogo a guardare le stesse cose.






La casa di Monet

Sbagliamo poi l'uscita, e ci ritroviamo dall'altra parte della strada, dove il parco in cui Monet trovava ispirazione è stato mantenuto vivo. Il ruscello / rigagnolo che scorre, che specchia le nifee, incrociando i colori, le piante, i fiori, sembra di attraversare un quadro impressionista!



Il giardino di fronte a casa Monet

Pranziamo lì vicino, alla Creperie Le Musardiere (link), un po' fiaccati entrambi da un po' di mal di testa incipiente. Decidiamo di stare leggeri, prendendo una crepe croque "Anglais" (uovo, bacon, formaggio) e una frittata di salmone affumicato, molto molto buona.
Ripartiamo verso la nostra seconda tappa, che è Les Andelys. In questa cittadina Riccardo Cuor di Leone aveva fatto costruire il Castello Gaillard per una vicissitudine politica molto interessante. In trattato di pace coi Francesi, temeva per l'incolumità dei suoi possedimenti in Normandia, e decise quindi di controllare il traffico sulla Senna e dominare la vallata con questo castello. Assediato subito alla morte di Re Riccardo (e la salita di suo fratello Giovanni Senza Terra), parzialmente distrutto, fu salvaguardato solo dalla metà del 1800, ed ora, a parte le imponenti rovine esterne, ospita un museo).





Chateau Gaillard

Prima dell'arrivo a Rouen, Sara propone una gita ad un paese che è comunque in zona, all'abbazia di Jumiéges. Arriviamo che è già quasi chiusura per accedere al museo interno, ma abbiamo modo di intravederne i vasti confini esterni.
La cosa divertente è che per arrivarci il navigatore ci porta sulla Senna... e ci segna di traversarla, ma non c'è un ponte! C'è invece un simpatico macinino porta vetture che fa avanti e indietro sul fiume, gratuitamente, e sposta in meno di dieci minuti le auto da un lato all'altro! Fantastico!


In mezzo al mar... in mezzo al mar...



Jumiegés

Dopo la visita lampo all'abbazia ripartiamo e giungiamo verso le 19 a Rouen, al nostro albergo. L'Hotel de Paris è un po' più piccolo del precedente, ma sembra comunque abbastanza accogliente (da fuori è un pugno nell'occhio), anche se la nostra camera è un po' l'ultima della fila e non sembra particolarmente nuova.

Ci rinfreschiamo le idee e facciamo un giro per la città, l'albergo è comunque in ottima posizione e quindi la macchina può stare ferma. La cattedrale della città è imponente e maestosa, e per le vie del borgo, tra il ribollir dei tini va l'aspro odor dei vini ma senza rallegrare anime, perché in giro non c'è praticamente nessuno. Girando la cittadina alle spalle della cattedrale, troviamo diversi posti che ci attraggono per una piacevole cena, e alla fine andiamo al La Walsheim, una brasserie con tanta gente che sembrava gradire quel che mangiava nei tavolini all'aperto. Sara prende una zuppa di verdure (una salsa di pomodoro in realtà) e io provo agnello e patate, e ne usciamo entrambi con buona soddisfazione.

La cattedrale di Rouen



Rouen

Per tutta l'estate Rouen organizza una cosa veramente singolare: sulla cattedrale vengono infatti proiettati degli spettacoli "Suoni e Luci", e quindi aspettiamo una mezz'ora sul sagrato della cattedrale che inizino. Un vero spettacolo, professionale e di qualità nell'audio, e nella realizzazione. Vengono proiettate due storie: Guillaume le Conquérant (qui il link youtube) e Jeanne (qui il link youtube). Se sul primo un minimo di storia si coglie, il secondo, chiamato come Giovanna D'Arco, non è chiarissimo. La resa di entrambi è però superba, date un occhio ai video (anche se non li abbiamo fatti noi).
Dopo l'esaltante spettacolo, andiamo nella piazza del vecchio mercato, dove fu arsa viva Giovanna D'Arco. La sua storia merita senz'altro un piccolo approfondimento che vi consigliamo di leggere, già anche su wikipedia. Oggi è patrona di Francia.
Già stanchi dopo il primo giorno di viaggio, strisciamo e ci stendiamo sul nostro letto!

Nessun commento:

Posta un commento