Ci svegliamo verso le 8.30 locali e, come dicono qui, ci sono un po' di nüvol, l'è nüvolös. Colazione base, carico di carboidrati per la giornata e via!
Prima tappa la sede di Reykjavik del noleggio auto, che mancava il navigatore... arriviamo e ci dicono che non ne hanno più e ci rifonderanno... Per fortuna che ce la caviamo col vecchio IPhone!
Sapendo di stare in giro un po' frikettoni facciamo una spesa di sicurezza con generi di prima necessità e di prima colazione. Prezzi non particolarmente popolari ma ce lo aspettavamo. Il piano è quello di fare il giro di tutta l'isola in senso antiorario seguendo principalmente la famosa Ring Road 1 e concedendo un po' di deviazioni su tracciati sterrati interni. Dirigiamo quindi la nostra Dacia Duster in direzione del Golden Circol, un percorso circolare che si snoda nell'entroterra vicino e che ci immetterà poi sulla 1.
La prima tappa è il pingvellir, parco nazionale tagliato a metà dalla faglia americana e da quella europea. L'abbiamo attraversato sotto il diluvio, e la visita alla splendida Öxarárfoss è stata effettivamente umida! Ma goduta!



Il viaggio prosegue ed essendo ora di pranzo decidiamo di testare i famosi hot dog di cui parlano tutte le guide. Nulla di trascendentale anche perché io lo prendo tristemente liscio e anche Sara rifiuta le salsine e pappette che il ristoratore le propone, lasciandolo triste e sconsolato (qui si dice "col müso lüngø").




Giungiamo a Geysir, che, come si può intuire ha nella presenza dei geiser il suo esistere. Veniamo accolti da rivoli di acqua a 100 gradi, e da sulfumigi zolforosi in tutta la zona. Le collinette circostanti incorniciano questi geiser, uno dei quali, ogni dieci minuti circa, si gonfia ed esplode in uno sparo di 15-20 metri, spesso slavando gli astanti e le rispettive macchinone fotografiche! Beh: anche noi ci infradiciamo, ma ne vale totalmente la pena!!!


Stiamo lì fino alle 16 circa, e poi ripartiamo sulla Ring Road verso Gullfoss, che raggiungiamo dopo poco. Piove a dirotto, ci bardiamo con l'antipioggia Tucano e ci immergiamo in una cascata potentissima, con un percorso che ci porta ad un punto panoramico sopra di essa e tra il diluvio, l'acqua e il vapore acqueo sembra di stare in un enorme aerosol! Bellissimo!


Poi il viaggio prosegue per un paio d'ore verso Seljalandsfoss. Una cascata enorme, imponente, con un passaggio pedonale al suo interno da cui poter essere assordati dall'energia della natura e allo stesso tempo coperti dalla stessa! Questa tappa ci rapisce molto.




Poi è il turno di Skogafoss, altra cascata - sempre dalla Ring Road. Altissima, forse più delle altre, vieni rapito dalla rapidità della discesa dell'acqua. Purtroppo il tempo è sempre grigio, ma il verde che circonda il tutto permette comunque un arcobaleno di colori fantastico.
Ormai sono quasi le 1930 e la nostra tappa finale ci attende, ovvero la cittadina di Vik, ed in particolare il suo campeggio! Non l'avevamo ancora detto? Salvo tre giorni, gli altri solo previsti in tenda... chissà se c'è la faremo!
Montiamo la tenda in un quarto d'ora e ceniamo con due zuppe (broccoli per Sara, agnello per me) e, alle 22, con un cielo ancora illuminato tipo i primi pomeriggi invernali, ci infiliamo in tenda! Speriamo non soffi troppo vento, stanotte...!




Paolo Arosio

24/07 - da Reykjavik a Vik

Ci svegliamo verso le 8.30 locali e, come dicono qui, ci sono un po' di nüvol, l'è nüvolös. Colazione base, carico di carboidrati per la giornata e via!
Prima tappa la sede di Reykjavik del noleggio auto, che mancava il navigatore... arriviamo e ci dicono che non ne hanno più e ci rifonderanno... Per fortuna che ce la caviamo col vecchio IPhone!
Sapendo di stare in giro un po' frikettoni facciamo una spesa di sicurezza con generi di prima necessità e di prima colazione. Prezzi non particolarmente popolari ma ce lo aspettavamo. Il piano è quello di fare il giro di tutta l'isola in senso antiorario seguendo principalmente la famosa Ring Road 1 e concedendo un po' di deviazioni su tracciati sterrati interni. Dirigiamo quindi la nostra Dacia Duster in direzione del Golden Circol, un percorso circolare che si snoda nell'entroterra vicino e che ci immetterà poi sulla 1.
La prima tappa è il pingvellir, parco nazionale tagliato a metà dalla faglia americana e da quella europea. L'abbiamo attraversato sotto il diluvio, e la visita alla splendida Öxarárfoss è stata effettivamente umida! Ma goduta!



Il viaggio prosegue ed essendo ora di pranzo decidiamo di testare i famosi hot dog di cui parlano tutte le guide. Nulla di trascendentale anche perché io lo prendo tristemente liscio e anche Sara rifiuta le salsine e pappette che il ristoratore le propone, lasciandolo triste e sconsolato (qui si dice "col müso lüngø").




Giungiamo a Geysir, che, come si può intuire ha nella presenza dei geiser il suo esistere. Veniamo accolti da rivoli di acqua a 100 gradi, e da sulfumigi zolforosi in tutta la zona. Le collinette circostanti incorniciano questi geiser, uno dei quali, ogni dieci minuti circa, si gonfia ed esplode in uno sparo di 15-20 metri, spesso slavando gli astanti e le rispettive macchinone fotografiche! Beh: anche noi ci infradiciamo, ma ne vale totalmente la pena!!!


Stiamo lì fino alle 16 circa, e poi ripartiamo sulla Ring Road verso Gullfoss, che raggiungiamo dopo poco. Piove a dirotto, ci bardiamo con l'antipioggia Tucano e ci immergiamo in una cascata potentissima, con un percorso che ci porta ad un punto panoramico sopra di essa e tra il diluvio, l'acqua e il vapore acqueo sembra di stare in un enorme aerosol! Bellissimo!


Poi il viaggio prosegue per un paio d'ore verso Seljalandsfoss. Una cascata enorme, imponente, con un passaggio pedonale al suo interno da cui poter essere assordati dall'energia della natura e allo stesso tempo coperti dalla stessa! Questa tappa ci rapisce molto.




Poi è il turno di Skogafoss, altra cascata - sempre dalla Ring Road. Altissima, forse più delle altre, vieni rapito dalla rapidità della discesa dell'acqua. Purtroppo il tempo è sempre grigio, ma il verde che circonda il tutto permette comunque un arcobaleno di colori fantastico.
Ormai sono quasi le 1930 e la nostra tappa finale ci attende, ovvero la cittadina di Vik, ed in particolare il suo campeggio! Non l'avevamo ancora detto? Salvo tre giorni, gli altri solo previsti in tenda... chissà se c'è la faremo!
Montiamo la tenda in un quarto d'ora e ceniamo con due zuppe (broccoli per Sara, agnello per me) e, alle 22, con un cielo ancora illuminato tipo i primi pomeriggi invernali, ci infiliamo in tenda! Speriamo non soffi troppo vento, stanotte...!




Paolo Arosio